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LA VALIGIA A CUBA: LA HABANA

PETTEGOLEZZI GEOGRAFICI

Cuba è cresciuta nel cuore blu dei Mar dei Caraibi, scura e orgogliosa come la canna da zucchero, importata dai colonizzatori. Simbolo nazionale dell’isola di Cuba è la palma reale, utilizzata ovunque dalla cucina all’agricoltura.

 

CON LO ZAINO IN SPALLA

 Cuba è piena di cartelloni, attendono ovunque, accolgono lo sguardo ai bordi delle strade, incitano i pensieri. I cartelloni a Cuba sorridono luccicanti promesse: rigidi uomini di carta che ammiccano parole di vernice nera. Incitano battaglie, ricordano vincite.

 

 Radio Rebelde oggi è una frequenza che si è persa, tra le interferenze del tempo dove ora ribelle è sintonizzarsi sui canali techno. Oggi l’isola vive in confini disegnati da una matita arrivata alla fine. I cubani posizionano le tv fuori dalle case e si siedono sotto il fogliame di palma reale, mentre i bambini sono nugoli di api ronzanti, che corrono inventandosi giochi tra le strade polverose.

 

Santiago è il capolinea della linea ferroviaria, costruita per il trasporto della canna da zucchero. Qui termina la Carretera Central che attraversa tutte le regioni centrali dell’isola di Cuba fino alla vasta pianura occupata dalle province orientali. Allevamenti, zucchero, industrie: la popolazione cubana di questa zona è da sempre considerata la più attiva e da sempre orienta la politica cubana.

 

Le strade sterrate attraversano una campagna brulla. A Cuba tutto è memoria di una storia rivoluzionaria, che procede marciando dalle guerre di indipendenza allo sbarco di Castro con il leggendario yacht Granma. Oggi il motoscafo Granma è a La Habana, visibile dalle vetrate del Museo de la Revoluciòn in Calle Refugio, Avana Centro e da nome al più importante, si può dire l’unico, quotidiano del paese.

A Cuba la religione si fonde e confonde nella vergine nera di Regla e i nomi segreti di Madre d’Acqua, Yemayà, Sette Gonne. Cuba è così, pallida e negra, santeria e cristianesimo. Il Che e Camilo Cienfuegos, Castro: miti e eroi, leggende che sfumano in una realtà lontana dal sogno, sempre di più.

 

Fernando Ortiz ci parla Cuba governata dalla trinità di tabacco, zucchero e alcol. Zucchero, prodotto della civiltà e anima dolce, bacio e risata, che prende a braccetto il trinciato forte, un odore che ondeggia ovunque nelle città, tabacco selvaggio e nota amara dell’esistenza, meditazione sulle cose. Alcol come il rum, che scende nelle gole arse di sole e fatica, rum invecchiato come le facce rigate dei vecchi cubani, magrissimi e leggeri, che brandiscono un sigaro e accennano un sorriso lasciando passare tra le labbra aride due note fischiate, mentre i piedi dentro le scarpe tirate a lucido volano insieme alle spalle armoniose come onde.

 

I SECOLI RACCONTANO

Cristoforo Colombo sbarca nell’isola il 28 ottobre 1492 e la battezza Juana. I pochi centinaia di indios si fusero con i bianchi conquistatori e la schiavitù negra: nei visi cubani si fondono occhi di ghiaccio corsaro e pelli bruciate di sole.

 

La Habana è la più vecchia città delle Americhe, ha una faccia meticcia e secondo la leggenda fu fondata nel 1515 all’ombra di un albero di ceiba. Città di fortezze, oggi i castillos sono ombre leggere sul porto, castelli di carta non più espugnabili incrostati di salsedine.

Le navi arrivavano nel porto cariche d’oro e di spezie, mercanzie, pirati e schiavi. Imprendibile fino al 1762, La Habana con i suoi circoli e università, diventerà uno dei principali centri intellettuali dell’America Latina.

Sanguinose quanto disperate le insurrezioni inzupparono il XIX secolo di sudore rivoluzionario. 1902: la Repubblica, sposa desiderata, venne finalmente proclamata. Giovane uccisa, ad essa si sostituirono presto le dittature.

 

 PARTIRE/VIAGGIARE: COSA PORTARE IN VALIGIA A CUBA

La tua pallida testa di quindici occhi/e la tua bocca di sangue sprofondato’, cantava una poesia. L’isola manca di medicinali, viveri, materiali scolastici, energia. Portate un foulard per ripararvi dal sole e matite, dolci per i bambini che incontrarete sulla vostra strada.

Libri consigliati: ‘Prima che sia notte’, di Reinaldo Arenas e ‘Il vecchio e il mare’ di Ernest Hemingwey.

 

ARTE

Oggi la statua di un corpulento uomo appoggiato al bancone nella penombra lascia intravedere Ernest Hemingway, come fosse lì, coi gomiti appoggiati e lo sguardo vecchio che sogna il mare.

Buena Vista Social Club ha immortalato in una pellicola di grande successo la musica cubana, con i suoi protagonisti e le storie. Perché a Cuba la musica è un fatto dell’anima e prende i contorni evanescenti delle serate dove basta un passo per ritmare le ore.

Volete leggere l’ufficiale strumento di comunicazione del partito comunista cubano? Andate sul sito http://www.granma.cubaweb.cu/ 

 

 Hatuey fu il primo indio a ribellarsi contro i conquistadores. Catturato e bruciato vivo, rimane simbolo dell’indipendenza. Corpo perduto, come le teste di idee di tutti gli uomini che il mare segreto ancora conserva in silenzio. Denti in frantumi, ma lingue che ancora parlano.

Chi sono gli scrittori cubani? Dove gli artisti, i pensatori, gli anticonformisti?

Da José Martì, poeta e eroe nazionale, a Reinaldo Arenas, perseguitato e ostracizzato, dove sono sono finiti? Vagabondando per la città tra strade limpide di pulizia e i cartelloni arrugginiti di vecchi cinema dai nome ancora americani, l’aria ha un’odore dolce, aroma forte di un trinciato scuro.

Attraverso la Habana Viella dove le strade cominciano a essere meno nitide, cammino per il Malecon dove la conttraddizione ha la faccia di europei accompagnati da belle ragazze troppo giovani e signore strabordanti al braccio di ragazzi alti. Parlo con una farmacista, chiedo il perchè di tutte queste botteghe d’arte così mostrate e ostentate. Cuba è piena di studi, di colombe che volano dentro le finestre aperte dove un pittore accavalla le gambe e incurante degli schiamazzi, sprizza colore. La Habana è piena di gialli, di rosso, verde che cola dalle piante sulle tele.

Ma lo sai anche tu, non ci sono artisti a Cuba.

Qui i pittori sono artigiani vivaci che mettono colore per coprire forse le nubi mentre per le strade gli intonaci si disfano nella polvere. Guardo le strade. E La Habana è viso con un trucco che cade a pezzi, maschera struggente, intelaiatura che non nasconde una casa. E nel vuoto rimane forse la musica, note che volano nell’aria mentre la notte si cala e uomini magri si alzano dalle sedie. Hanno abiti che ballano sulle costole scarne e scarpe lucide.

E allora capisco che qui arte deve essere movimento che si libra, imprendibile.

 

 ARRIVARE E SPOSTARSI A CUBA

L’aereo è un mezzo comodo e disponibile per raggiungere Cuba. Ci sono anche voli diretti dagli USA, ma i cittadini statunitensi devono avere un permesso speciale dal Ministero del Tesoro, che lo concede solo a giornalisti, ricercatori e a pochi altri.

I voli interni sono garantiti dalla compagnia aerea nazionale Cubana de Aviaciòn, che collega le principali località dell’isola.

La rete stradale cubana è tra le più estese dei paesi dell’America Latina, anche se la scarsità di carburante rende talvolta difficile gli spostamenti. I camiones particulares sono autocarri privati che offrono servizi in particolare nella parte orientale di Cuba.

Il servizio pubblico degli autobus è l’Asociaciones de Transportes por Omnibus e garantisce il collegamento con tutte le località dell’Isola.

Molti cubani fanno l’autostop: ‘hacer botella’ (letteralmente ‘fare una bottiglia’ con la mano). Pensate che se hanno spazio i veicoli statali devono far salire per legge gli autostoppisti e all’uscita delle città o presso i grandi incroci vi capiterà di incrociare i funzionari, gli amarillo, che organizzano i cubani in fila in attesa di un passaggio.

 

AEROPORTI INTERNAZIONALI A CUBA

José Martí. La Habana

Juan Gualberto Gómez, Varadero, Matanzas

Vilo Acuña, Cayo Largo del Sur

Ignacio Agramonte, Camagüey.

Frank País, Holguín

Antonio Maceo, Santiago de Cuba 

Sierra Maestra, Manzanillo, Granma

Máximo Gómez, Ciego de Ávila

Jaime González, Cienfuegos

 

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